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Il Parco di Monza: presente e futuro
Un ricordo di Bruno Di Tommaso
Un incontro per tracciare un bilancio dell'attuale situazione del Parco e per inquadrarne gli sviluppi futuri
di Franco Isman


Bruno Di Tommaso
Giovedì 13 marzo Sala Maddalena strapiena: c'era tutto il mondo ecologista monzese, ma non solo quello, per discutere sul destino del nostro Parco e nello stesso tempo ricordare Bruno Di Tommaso, recentemente scomparso, che del Parco aveva fatto uno degli impegni della sua vita.

Due momenti distinti, anche se in realtà profondamente intrecciati. Una prima breve commemorazione di Bruno è stata fatta da una commossa Clara Puppo, che moderava la riunione nella sua veste di segretario di Insieme per Monza che aveva organizzato la serata, che ha ricordato gli ideali e le battaglie comuni, culminate nella campagna elettorale della scorsa primavera: la nuova primavera di Monza. Poi un sofferto e coraggioso intervento di Barbara, figlia di Bruno che ha ripercorso l'impegno sociale del padre, dalle “battaglie” scolastiche, ancor prima dei decreti delegati, a quella per una gestione sociale del NEI (Nucleo Educativo Integrato Enrico Farè), all'intervento diretto in politica come consigliere comunale ed assessore, alla fondazione del CREDA (Centro Ricerca Educazione Documentazione Ambientale) all'avventura di Insieme per Monza di cui è stato uno dei fondatori.

Quindi l'intervento di Virginio Bettini, docente di Analisi e valutazione ambientale a Venezia, per un quinquennio parlamentare europeo dei Verdi. Bettini, nato a Nova Milanese nel 1942, ha raccontato di avere una conoscenza diretta del Parco fin da quando nel primo dopoguerra andava a fare il bagno nel Lambro. Poi si è fatto strada a sciabolate: il parco di Monza è un parco storico, creato come residenza reale ma pensato anche per la sperimentazione di nuove culture agricole (e infatti il Parco alla domenica veniva aperto ai “villani” che avevano modo di visitarlo), ha poco o nulla a spartire con il Parco della valle del Lambro e deve assolutamente avere una sua gestione separata; autodromo e golf sono incompatibili con il Parco e, almeno in prospettiva, si deve ottenere il loro allontanamento, l'autodromo per esempio potrebbe trovare collocazione vicino a Malpensa. Questo probabilmente considerando Malpensa irrimediabilmente compromessa dal punto di vista ecologico.
Applausi a scena aperta da parte del pubblico certamente sintonizzato sulla stessa lunghezza d'onda, ed infatti un breve intervento della presidente del Comitato per il Parco Bichi Montrasio ha poi ribadito i medesimi concetti.

i nuovi box
Dopo Bettini ha parlato Marco Mariani, invitato in quanto come sindaco aveva sottoscritto il rinnovo della concessione alla SIAS con un canone ridotto in cambio dell'impegno della SIAS a smantellare il vecchio anello di alta velocità, con le quasi pericolanti curve paraboliche, a propria cura e spese. Peccato che ci fosse una clausola “a richiesta dei proprietari” ed il comune di Milano si era poi opposto allo smantellamento! Mariani, che naturalmente non condivide la posizione sull'autodromo di Bettini, ha esordito spiritosamente dicendo che farlo parlare dopo il professor Bettini significava esporlo al pubblico ludibrio, e poi ha glissato sull'argomento. Ha invece raccontato con giustificata fierezza del grande successo del passaggio di proprietà di una grossa fetta della Villa Reale, 480 stanze, dal demanio dello Stato ai comuni di Monza e Milano, ottenuto con passaggi un po' rocamboleschi, non meglio definiti.

sopraelevate in disfacimento
Il sindaco Michele Faglia, equilibrato come sempre, ha raccontato dei recenti contatti con il sindaco di Milano Albertini da cui si spera di ottenere l'accettazione dello smantellamento delle sopraelevate, anche in considerazione del fatto che nessun progetto di ristrutturazione a museo di parte delle stesse, di cui pure si era parlato, è stato presentato da SIAS. Invece Milano si rifiuta formalmente di pagare la sua quota delle spese straordinarie e di gestione. Un po' troppo comodo.
Nonostante i problemi proprietari (a Nord di viale Cavriga comuni di Monza e Milano, a Sud comune di Monza e regione Lombardia) sarebbe di fondamentale importanza costituire un ente di gestione unitaria del complesso Villa, Giardini reali e Parco, e si sta operando in questo senso. Per la Villa è in gestazione un concorso internazionale di idee per la sua sistemazione e destinazione d'uso; il restauro, iniziato negli anni passati dalla Soprintendenza con fondi statali ed in modo poco sistematico (facciate disomogenee ed eseguite prima dei risanamenti e della copertura), dovrebbe ormai arrivare a conclusione nel giro di pochi anni.

grande tagliata
Giampietro Mosca, assessore all'Ecologia e alla Villa reale, oltre che presidente di Insieme per Monza, ha illustrato il suo intervento con diapositive che ben rappresentano i problemi e le difficoltà da affrontare.
- La continua cementizzazione dell'autodromo con i mega box in fase di realizzazione in base ad una concessione edilizia rilasciata dalla passata amministrazione in deroga al Piano regolatore e con la benedizione di Regione e Sovrintendenza e gli arci parcheggi retrostanti.
- Le curve paraboliche, che oltre ad essere un oltraggio all'architettura originaria del Parco, con l'interruzione prima del Bosco Bello del “cannocchiale” verso il Resegone e le Grigne, ormai rappresentano con il loro stato di degrado un vero e proprio pericolo. Tra l'altro la loro demolizione, prevista nell'ultimo contratto di concessione ma non eseguita, come detto in precedenza, mentre recupererebbe all'uso pubblico un'ampia fetta di Parco, non andrebbe ad intralciare in alcun modo l'attività dell'autodromo che non utilizza questi spazi.
- Le autonome iniziative dell'anmministrazione del Parco della Valle del Lambro che dispongono e fanno senza che il comune di Monza sappia nulla, ad esempio con il taglio di numerosissime piante rimpiazzate al più con virgulti di un paio di metri di altezza che richiederanno decenni per diventare davvero delle piante.

Dopo qualche intervento del pubblico, e la rinuncia di molti altri in considerazione dell'ora tarda, la serata si è conclusa con la lettura di un sonetto di Paolo Avesani su Bruno Di Tommaso ed un breve intervento di Maria Grazia Di Tommaso, la moglie, battagliera più che mai, che ha ringraziato commossa Monza e i monzesi, così apparentemente chiusi ma che in questa triste circostanza hanno saputo dimostrare un affetto ed un calore che certamente hanno aiutato a superare questo grave momento; ha poi esortato ad andare avanti dicendo che noi siamo una sfera, una sfera che rotola e procede, non dei cubi, che quelli stanno fermi…

Franco Isman
franco.isman@arengario.net




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  14 marzo 2003